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Jukebox Songs

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Jukebox Songs


Nel 2014, dopo la pubblicazione del primo album “Stella Burns Loves You” (Twelve Records), Stella Burns chiese a vecchi e nuovi amici di suonare con lui in concerto per presentare al meglio il proprio lavoro, in previsione di una lunga serie di date in Italia. Le canzoni di “Stella Burns loves you” furono riarrangiate con strumenti acustici così come alcune canzoni di grandi autori, italiani e stranieri, che furono rivisitate e aggiunte in scaletta. Queste cover hanno preso una loro forma, uno stile omogeneo sebbene scelte tra diversi generi e periodi, come fossero selezionate da un unico jukebox old fashioned. Nasce così il nuovo album “Jukebox Songs“, in uscita il 13 settembre 2016. Un album di cover quindi, che non vuole essere solo una celebrazione verso alcuni grandi autori fonte di ispirazione per l’artista livornese, ma che rappresenta il forte legame fra Stella e i suoi musicisti (The Lonesome Rabbits, ovvero Mario Franceschi, Franco Volpi e Davide Malito). Un legame fatto di viaggi su e giù per i palchi di tutta Italia, di giornate passate on the road e di nottate terminate a bere nei vari live club. Una dimensione intima e personale, in particolar modo qui evidenziata dalla intensa interpretazione vocale di Stella Burns, che però diviene globale e in grado di emozionare chiunque, grazie al grande potere evocativo delle canzoni selezionate e agli splendidi arrangiamenti acustici. La lista spazia dal brit pop alla musica leggera italiana, da colonne sonore di recenti serie tvamericane a quelle di sceneggiati italiani degli Anni ’70, senza nessun criterio prestabilito (troviamo insieme Leonard Cohen, Piero Ciampi, i Calexico, Little Tony, Radiohead e Mino Reitano), ma semplicemente spinti dalla voglia di suonare un brano dandogli un taglio e un arrangiamento riconducibili a quelli di molte canzoni originali che questa formazione esegue dal vivo, specie nella versione più acustica.

Riprendendo il concetto iniziato con il precedente album, Stella Burns and The Lonesome Rabbits, utilizzano un immaginario western di partenza in cui fanno confluire le più disparate influenze, ottenendo un risultato per niente didascalico. Creando un mondo dalle sonorità ben precise ma sempre al servizio della propria poetica. Questo album ne è ancor più la prova: canzoni lontanissime tra loro e che in questa rielaborazione sembrano esser scritte dalla stessa mano.